Il diavolo è colui che lo evoca

homophobia

C’è gente che non vede l’ora di fare outing con chiunque, pure col cane della vicina e chi invece si vive la sua tranquilla vita parallela, riservata o persino nascosta.Tutte visioni assolutamente accettabili e rispettabilissime, e non credo esista una regola scritta in tal senso.

Ma ultimamente circola una brutta aria, una certa omofobia strisciante e persino esibita, quasi che tutte queste recenti conquiste in tema di libertà sociali e diritti acquisiti evochino di contrappasso mai sopiti (ri)sentimenti rabbiosi.

Il vicino sull’autobus che impreca contro il trans, l’amico con cui dividete hobbies e giornate spensierate che, alla vista di un ragazzo palesemente omosessuale  se ne esce con frasi come, fosse per me li brucerei tutti, e così via.

Quando sento queste cose sono combattuto tra il sorridere  o il compatire la maledetta ignoranza, e mi viene qualche dubbio se sia sempre il caso di manifestare chiaramente il proprio orientamento, poi però leggo le parole di Aldo (Busi) che, nella sua egocentrica dialettica,  alla fine dice spesso cose sensate. E faccio pace con me stesso e con questa maledetta ignoranza così dura a morire.

Il diavolo è colui che lo evoca.

11.4.09 Pieve di Lombardia (Con sprezzo di ogni snobismo contenutistico e sufficienza mondana e senso del risparmio e spreco di banalità, a distanza di quarantanni, di trentanni, di ventanni, di diecianni e di un lustro fa, torno a dire la stessa semplice cosa che nessuno in Italia ha mai chiarito prima di me, e molto poco anche dopo.) Non esiste un problema omosessualità interno all’omosessuale, esiste l’omofobia che glielo crea, e sciocco chi ancora ci casca. L’omosessualità è connaturata a uomini e donne, è antica quanto l’essere umano, e solo i meno intelligenti non ne usufruiscono alla luce del sole ogni volta che gli va e con chi gli va, per assurdo anche con una persona del sesso “opposto”; essa è il vero riposo del guerriero con troppi spermatozooi nello scroto e della partoriente di mestiere tenuta ad aspettarlo a gambe aperte sul davanti, è gioco e gioia totali (be’, lo potrebbe essere: allo stato attuale è quasi sempre isteria, violenza, ricatto, marchetta, pentimento, stanca ritualità, palloso feticismo, irresponsabilità venereologica, proprio come tra eterosessuali, e “cristianamente” si capisce perché). L’amplesso omosessuale è il sollievo dalla forzatura procreazionista delle religioni monoteiste che hanno impestato e sottomesso il mondo e che, visto anche l’abnorme scoppio demografico e il pochissimo o nullo valore della vita di troppi umani in eccedenza,  lentamente stanno scemando come la malaria che sembrava imbattibile fino a cinquant’anni fa. Non bisogna stancarsi di agire, prima ancora di reagire, rafforzando il bel precetto evangelico: due occhi per occhio, tre denti per dente. Sono in grado di affermare che un omosessuale che risponda colpo su colpo all’omofobia – politica, religiosa, sociale, famigliare, sul posto di lavoro, infine, terminal di tutte le diramazioni dell’omofobia – e rispedisca al mittente ogni tentativo di metterlo sotto, mettendo di fatto sotto chi sotto ce lo voleva, non si sente più in quanto  proiezione colpevolista altrui, cioè non si vive più in quanto etichettatura sessista degli ipocriti e psicopatici in generale, non si sente alcunché in fatto di sessualità bensì in quanto cittadino e basta. E’ esilarante che esistano ancora omofobi che si palesano tanto spudoratamente quanto masochisticamente,  allorché è assodato che altro non sono che omosessuali che, avendo rinnegato se stessi, vogliono castrare anche negli altri quanto altri hanno castrato in loro: è opinione comune, anche fra gli ignari di psichiatria, che ogni volta che qualcuno indica nell’omosessuale un nemico sociale denuncia in effetti se stesso in quanto checca o lesbicona frustrata smanioso di impossessarsi delle coscienze più fragili per dominarle e indirizzarle verso la sua smania di potere. La storia fattasi cronaca ce lo insegna ogni giorno: più hanno tuonato contro la sodomia da un pulpito, più hanno vissuto a buco ritto dietro i sacri, patriottici, familistici paraventi, preti, militari, politici, intellettuali, armatori, attori, e bulli di quartiere in generale. Due secoli di civiltà greca e altri due di civiltà latina pre cattolica ci hanno dato fari di luce intellettuale ed estetica e scientifica che al cui confronto venti di cristianesimo sembrano barbe di lampadine bruciate, e se questi venti secoli bui non sono riusciti a fare tabula rasa di quei pochi davvero illuminati e illuminanti qualcosa vorrà pur dire: vorrà dire che l’invenzione subculturale del concetto di contronatura niente ha potuto contro la natura stessa esaltata dai greci e dai romani (e togli da Rinascimento e Barocco gli omosessuali conniventi con il loro nemico e che si sono prestati a fargli da cassa di risonanza propagandistica, e alla Chiesa non resta niente, perché un centimetro della Cappella Sistina o uno della “Crocifissione di San Pietro” del Caravaggio o un boccolo di Raffaello valgono più di mille tomi prodotti dall’ufficio stampa della Patristica). Come già ebbi modo di dire una volta a proposito del Male o forse del papa , “Il diavolo è colui che lo evoca”. Stiano attenti coloro che puntano l’indice perché gli verrà ritorto contro sempre di più, anche se io non aspetterei un istante di più: chi fomenta l’odio per ragioni sessuali e religiose, cioè politiche e quindi economiche, in galera subito, e si butta la chiave. Buona Pasquetta a tutti, e attenti con le uova sode: si prestano, sì, ma c’è di meglio. Aldo Busi

(da Kikpinar, Il blog di Pepi Nocera)

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